
Già dedicata a S. Angelo, la chiesa francescana lungo il Foresto Vecchio conserva ancora le tracce della sua struttura trecentesca. La sua consacrazione risale al 1329 per mano dell'arcivescovo di Budua,Giovanni Luciani, vicario del vescovo di Treviso, quando la chiesa - dotata di tre navate e un cimitero - era parte del primo convento asolano.
Le prime notizie certe, forse relative ad una chiesa precedente, risalgono però ai tempi di Ezzelino da Romano e nel 1264 vengono nominati per la prima volta, in un contratto di vendita di terreni, i padri conventuali. Le tele lungo le pareti della navata maggiore, a destra, risalgono al 1634 e ricordano fatti della vita di S. Antonio; quelle a sinistra, del 1664, illustrano episodi della vita di S. Gottardo. Figure di santi e scenen agiografiche, all'interno, sono pregevoli e attribuite addirittura alla scuola di Paolo Uccello, che lavorò in Veneto verso il 1421.
Notevole doveva essere l'affresco della Crocifissione sulla facciata esterna del quale ora rimangono purtropo solo alcune tracce. La chiesa doveva essere una specie di Pantheon cittadino, a giudicare dalle lapidi dei nobili sepolti qui. Esiste una tradizione consolidata del seppellimento nel cimitero del convento del beato Arnaldo da Limena, tenuto prigioniero da Ezzelino in una delle torri asolane. S. Angelo divenne il più conosciuto dei conventi di Asolo e offrì ospitalità a personaggi celebri che soggiornavano in città. Ebbe anche una scuola, con ricchissima biblioteca, frequentata dai figli delle più importanti casate asolane.